Esplorando i segreti del mondo felino
Oggi è il 17 febbraio e come ogni anno, in tutta Italia, si celebra la Giornata Nazionale del Gatto, soprattutto qui a Ca’ dei Signori!
Dal 2020, infatti, presso la nostra casa e azienda è presente la nostra amata colonia felina composta da ben 24 mici, ognuno con il proprio nome e con le proprie peculiarità.
Come noi essere umani, anche i gatti sono esseri viventi dalle molteplici sfaccettature e la loro singolarità risiede non solo nella loro grazia felina e nei loro comportamenti enigmatici, ma anche nella profonda connessione che hanno sviluppato con gli esseri umani nel corso dei secoli.
Noi di Ca’ dei Signori non possiamo che essere felici di condividere le nostre giornate con queste creature affascinanti, per questo vogliamo raccontarti 5 curiosità che (forse) non sai sui gatti, che ti aiuteranno a comprendere meglio i loro comportamenti e ti faranno adorare ancora di più il mondo felino!
Indice
- Giornata Nazionale del Gatto
- Origini del Gatto e miti collegati ad esso
- 5 curiosità sui gatti
- In conclusione
Giornata Nazionale del Gatto
Mentre la Giornata Internazionale che rende omaggio al gatto è fissata all’8 agosto, quella Nazionale (festeggiata sia in Italia che in Polonia) ricade il 17 febbraio di ogni anno.
Dedicata agli enigmatici compagni a quattro zampe, questa ricorrenza ha riscosso successo nel corso degli anni e celebra l’universo felino nelle sue molteplici manifestazioni.
Ma perché proprio il 17 febbraio? La scelta della data pare sia legata a diversi luoghi comuni, proverbi e credenze antiche.
Febbraio è per la maggior parte sotto il segno dell’Acquario (21 gennaio – 19 febbraio), un segno zodiacale governato da Urano, pianeta che protegge gli spiriti liberi, indipendenti e anticonvenzionali. Tutti questi attributi trovano affinità coi gatti, conosciuti per il loro senso di autodeterminazione e per la loro personalità carismatica.
Febbraio è anche ritenuto nella tradizione popolare come il mese delle streghe, i cui gatti erano spesso considerati i loro famigli, ovvero, degli accompagnatori magici.
Inoltre, per chi è appassionato di significati criptici, la dicitura romana XVII è in realtà l’anagramma di “VIXI” in latino, letteralmente “ho vissuto”, e per alcuni si collegherebbe al concetto tradizionale delle sette vite dei gatti (anche se nel mondo anglosassone si ritiene che siano nove e in quello arabo, sei).
Ciò premesso, il 17 febbraio sembrerebbe proprio il giorno ideale per festeggiare la presenza nelle nostre vite dei nostri amici baffuti!
Origini del Gatto e miti collegati ad esso
Si pensa che l’addomesticazione del gatto sia abbastanza recente e che sia avvenuta in Mesopotamia, anche se la datazione precisa è ancora incerta. Ad ogni modo e con tutta probabilità, i gatti hanno vissuto in intimo sodalizio con gli umani fin da quando hanno trovato un vantaggio nel farlo.
L’antenato del nostro gatto domestico è rappresentato da Felis Lybica, o gatto selvatico nordafricano. Felis Lybica ha dato i natali al nostro gatto domestico e avendo potuto accoppiarsi con altre specie di felini, come Felis Chaus (gatto della giungla), è stato possibile introdurre nel corso tempo del nuovo materiale genetico.
Antico Egitto
I gatti vivevano con gli Egizi già a partire dal 3000 a.C., i quali lo ritenevano un animale sacro. Rappresentava l’incarnazione di Bastet, dea della maternità, metà donna e metà gatto. Simboleggiava, altresì, l’armonia e la felicità, era protettrice della casa, custode delle donne incinte e capace di tenere lontani gli spiriti maligni.
Medioevo
Nel Medioevo, i gatti erano generalmente tollerati per l’utilità pratica nel tenere a bada i topi e altri animali, ma, purtroppo, non godevano di una bellissima reputazione, soprattutto i gatti neri.
Ritenuti amici di streghe, attorno alla figura dei gatti neri aleggiava un’aura malvagia e demoniaca, dalla quale bisognava tenersi alla larga.
A quel tempo era opinione diffusa che le streghe si originassero proprio da essi e si pensava che le donne molto anziane, col favore delle tenebre, ne assumessero le somiglianze.
Etichettati come l’incarnazione di Satana nella bolla papale Vox in Rama di Gregorio IX nel 1233, si credeva che i tre peli sulla punta della coda fossero proprio i peli del diavolo e che per questo si aggirassero tutta la notte nell’oscurità.
Nota Bene: Attenzione però a non cadere vittima della bufala storica secondo cui, con l’emanazione della bolla papale, si inneggiò allo sterminio di tutti i gatti neri.
Questa credenza si diffuse nel sapere collettivo per via dei pregiudizi storici che accusano il Medioevo di essere un periodo buio e di scarso progresso. Al contrario, il Medioevo fu un’epoca di grandi luminari del sapere e tanti luoghi comuni, come questo in oggetto, sono stati smentiti dalla scarsità di fonti che ne confermerebbero la veridicità.
Giappone
Dall’Oriente, giungono delle opinioni e credenze sul gatto decisamente più positive, in particolare dal Paese del Sol Levante.
In Giappone, infatti, è ancora molto sentita la tradizione del Maneki-Neko, la mascotte a forma di gatto portafortuna onnipresente nelle case, nei negozi, nei ristoranti e negli uffici.
La leggenda vuole che un gatto, agitando la zampa come segno d’invito a entrare in una casa, salvò un uomo da un fulmine mortale. Per questo, viene considerato un talismano dall’immenso potere, portatore di ricchezza, denaro e felicità.
Thailandia
In Thailandia i gatti sono considerati un ponte tra il mondo umano e ultraterreno e spesso sono raffigurati accanto al Buddha.
Negli antichi manoscritti Tamra Maew (o Trattato sui Gatti) risalenti al XIX sec. conservati nella biblioteca nazionale di Bangkok, è riportato che l’anima di un individuo che raggiungeva i massimi livelli di spiritualità, una volta defunto, si univa al corpo di un gatto.
Per questo venivano costruite delle cripte dove si seppellivano i membri di una stessa famiglia insieme a un gatto vivo, il quale poteva liberamente entrare e uscire per mezzo di una fessura.
In questo modo si era certi che l’anima dei propri cari si fosse reincarnata nel corpo del gatto e che, mediante esso, avrebbero intrapreso la via della calma e della spiritualità in previsione del cammino futuro, ovvero l’ascensione.
I gatti, che siano accostati ad altre creature misteriose come le Streghe di Salem, o che vengano considerati come esseri trascendenti in grado di allontanare gli influssi malefici, da sempre hanno ricoperto un ruolo ascetico e mistico nel corso della storia del mondo, grazie soprattutto alla loro spiccata sensibilità verso l’invisibile.
Essi sono infatti in grado di percepire gli ultrasuoni e di anticipare eventi che i nostri sensi percepiscono più tardi.
Con le loro vibrisse indagano l’ambiente circostante, riconoscono la presenza di ostacoli anche in assenza di luce e percepiscono le variazioni sia nella pressione atmosferica, che nei campi magnetici.
Ma vediamo, ora, 5 curiosità sui gatti relegate al mondo di tutti i giorni, che possiamo facilmente osservare quando siamo in compagnia dei nostri pet!
5 curiosità sui gatti
1. Gatti destri e Gatti mancini
I gatti, proprio come noi esseri umani, hanno una zampa predominante.
Gli studi condotti da Deborah Wells e Sara Millsopp, due psicologhe della Queen’s University di Belfast, hanno recentemente scoperto che nei gatti la lateralizzazione è legata al sesso, per cui la maggioranza dei gatti maschi è destra, mentre le femmine sono per lo più mancine.
Come accertarsene? Dai al tuo micio un barattolo con dentro il suo bocconcino preferito e osserva con quale zampa prova ad estrarne il contenuto.
2. Vera e propria società felina
Come in una piramide, il gatto dominante è al vertice e gli altri sotto di lui hanno un’organizzazione quasi feudale. Questa struttura è assai rigida, anche se è possibile assistere a veri e propri ribaltamenti dei ruoli quando un individuo si indebolisce, viene castrato o viene battuto nella lotta da un altro più forte.
Le femmine di una comunità hanno un’organizzazione tipicamente matriarcale, dove la gatta madre di più gattini ha la posizione predominante, mentre quelle sterilizzate scendono molto in basso nella scala sociale.
A differenza di quanto si può osservare in altre società animali e feline, il maschio dominante non ha privilegi particolari nel corteggiamento delle femmine, le quali si accoppiano anche con soggetti che hanno una posizione poco importante.
Al capo della società felina, spetta comunque la porzione di territorio più ampia: è quindi il territorio e non il sesso a determinare lo stato sociale di un gatto.
3. Impronte digitali
Anche i gatti possiedono una parte del corpo che racchiude tutta l’unicità del singolo individuo, l’equivalente delle impronte digitali per noi esseri umani.
Anche se parrebbe naturale concentrarci sulle zampe dei gatti, a dire il vero questa singolarità risiede in un’altra zona molto sensibile, ricca di stimolazioni nervose: stiamo parlando del naso! Ogni nasino è unico nel suo genere e non ne esiste uno identico.
Oltre a determinare l’unicità del gatto, il naso è anche un indicatore sullo stato di salute dell’animale, il quale è normalmente fresco e umido. Non devono essere presenti escrescenze, neoformazioni, croste, lesioni o muco.
In caso contrario è bene accertarsi sulle condizioni di salute del gatto, chiamando il proprio veterinario di fiducia.
4. Linguaggio esclusivo con gli esseri umani
I gatti hanno una comunicazione molto sofisticata e varia, che viene messa in atto non solo con occhi, orecchie, vibrisse e coda, ma anche con i miagolii, usati in massima parte soltanto con gli umani.
I gatti non domestici miagolano molto raramente, fatta eccezione per i cuccioli che usano il miagolio per avere le attenzioni della madre.
Esistono, inoltre, diversi tipi di miagolio, con diverse declinazioni da gatto a gatto, che consentono al proprietario di capire da quale animale proviene la richiesta, nel caso abbia più di un felino.
Nel tempo i gatti hanno imparato che per mezzo di questo strumento, possono ottenere varie cose. La comprensione dei significati del miagolio da parte di chi li custodisce, permette di capire l’emozione sottostante e l’eventuale stimolo negativo o positivo che l’ha originata.
Inoltre, è stato dimostrato in diversi studi, che i gatti cresciuti nello stesso gruppo, hanno modalità di comunicazione più omogenee rispetto a quelle di animali in contesti separati.
5. Vedono meglio da vicino
I gatti godono di una vista incredibile nel suo genere e non sono daltonici, a differenza di quanto si pensasse in passato. Hanno però una percezione differente dei colori e il loro spettro visivo è molto più ampio del nostro.
Il campo visivo dei gatti è di 200 gradi e la visione periferica, invece, è di 30 gradi per lato.
La loro vista assomiglia molto a quella dei cani, essendo entrambi predatori, ma si differenziano principalmente per la capacità di modulare la luce e l’identificazione dei colori.
Gli occhi del gatto vedono molto bene al buio, ma alla luce perdono alcune potenzialità: questo dipende dal tapetum lucidum, uno strato di cellule poste dietro alla retina che aumenta la quantità di luce catturata.
Questo specchietto riflettente aumenta la capacità visiva notturna, ma ne diminuisce quella diurna, compromettendo in parte la messa a fuoco di oggetti troppo lontani dato l’eccessivo carico di luce.
Infatti, per i gatti, affinché un oggetto sia avvistato senza difficoltà, dovrà trovarsi entro i 6 metri di distanza. Entro questo spazio, sono in grado di intercettare anche quelli che si muovono molto velocemente, come accade spesso con i topi.
In conclusione
In definitiva, l’affascinante mondo dei gatti si rivela come un universo di curiosità e di meraviglia che attraversa le barriere del tempo e dello spazio.
Dalle antiche civiltà ai giorni nostri, questi eleganti felini hanno incantato e ispirato, passando dall’essere divinità venerabili a compagni domestici amati in ogni angolo del globo.
La loro origine, il loro valore simbolico nelle diverse culture e le particolarità che li contraddistinguono, aggiungono un ulteriore strato di fascino al loro leggendario status.
Con il loro sguardo sornione e con i loro passi felpati, i gatti ci offrono non solo compagnia, ma anche una finestra su un mondo ancora tutto da scoprire, che continuerà a catturare la nostra immaginazione e a rafforzare il nostro, ormai indelebile, legame.
E tu come hai pensato di festeggiare la Giornata Internazionale del Gatto?
Raccontacelo nella sezione dedicata ai commenti qui sotto, e se ti va, scrivi qualche aneddoto divertente sui tuoi mici.
È sempre il momento giusto per condividere una risata sulle simpatiche avventure dei nostri amici felini!