I segreti di una pianta antica e preziosa
Il Ginepro, pianta simbolo della resilienza dall’incredibile capacità di prosperare in ambienti impervi, è da secoli impiegato per le sue incredibili proprietà officinali come balsamico, diuretico e antireumatico, ed è protagonista di numerose storie e leggende provenienti da tutto il mondo.
In questo articolo parleremo delle sue origini e di come si è espanso in territori molto differenti fra loro, delle sue virtù sia medicinali che mitologiche e degli innumerevoli utilizzi, provenienti sia dal sapere popolare che da studi erboristici.
Indice
Origine e descrizione del Ginepro
Il Ginepro o Juniperus è un arbusto tappezzante membro della famiglia delle Cupressaceae, la quale comprende numerose specie, tra cui: J. Communis (che produce le bacche di Ginepro), J. Sabbina (velenoso), J. Virginniana (da legno) e J. Rigida (ornamentale).
Originario delle regioni dell’emisfero settentrionale, vanta una storia affascinante che si perde nel tempo. Attraversando millenni di storia si è adattato e ha prosperato in vari ambienti molto eterogenei fra loro, che spesso sfidano la vita vegetale.
Questa particolare duttilità deriva dalla sua modesta richiesta di acqua che gli consente di poter essere avvistato sia tra le montagne dove le gelate frequenti limitano l’accesso idrico, che nelle terre mediterranee dove la siccità estiva regna sovrana.
Il Ginepro, cambia la sua forma a seconda delle condizioni climatiche e ambientali in cui si trova: in alta montagna cresce come un cespuglio appiattito di massimo 1 metro, mentre nelle zone collinari e in pianura cresce a forma piramidale superando anche i 10 metri di altezza.
Questo arbusto è molto longevo e può raggiungere età incredibili, fino a 600 anni. Il tronco è densamente ramificato e presenta una corteccia frastagliata di colore bruno-rossastro.
Le foglie sono aghiformi lunghe 1-2 cm, di colore verde scuro con una riga bianca sulla pagina superiore. Gli aghi sono pungenti e rendono la pianta difficilmente avvicinabile.
Tra le varie particolarità del Ginepro, vi è quella di essere una pianta dioica, per cui, i fiori maschili e quelli femminili si trovano su piante separate. Le piante femminili si riconoscono per la presenza delle bacche, mentre quelle maschili si possono riconoscere nel periodo di aprile-maggio, grazie alla presenza di fiori gialli e del polline.
Le piante femminili fioriscono in modo poco appariscente e le bacche impiegano più di 2 anni per maturare. Per questo, è possibile incontrare contemporaneamente sulla stessa pianta fiori, piccole bacche verdi e irregolari (bacche di un anno) e bacche più grandi (di due anni), che in agosto-settembre diventano di un colore bluastro e/o marrone molto scuro.
Anche se nel linguaggio comune si parla di bacche, dal punto di vista botanico si tratta in realtà di coni o galbule, essendo il Ginepro una conifera.
Oltre ad avere una crescita molto lenta, è un arbusto che promuove la formazione di biogruppi, cioè, gruppi formati da alcune specie di piante che crescono proprio grazie alla presenza di una pianta centrale, in questo caso, il Ginepro.
Scopriamo insieme, nel prossimo paragrafo, l’etimologia del suo nome e il ruolo che ha avuto nelle storie e nelle leggende di tantissime culture!
Etimologia, storia e mitologia del Ginepro
Con tutta probabilità, il nome latino e anche quello italiano del Ginepro, deriva dal nome celtico “juneprus”, che significa cespuglio “aspro” per via del sapore delle sue bacche. Questo dimostra che la consumazione delle bacche risale almeno al periodo delle tribù celtiche (VII secolo a.C.).
Nella mitologia mesopotamica il Ginepro era la pianta sacra legata a Ištar, dea del sesso e della guerra. Potente e temuta, poteva portare malattie e distruzione, ma anche amore e fertilità, donando agli uomini il potere della conoscenza.
La fumigazione delle bacche o del legno del Ginepro, veniva praticata per infondere il buon umore in questa divinità, evitando così la sua ira.
Il Ginepro in greco è chiamato “arkeuthos”, dal verbo arkéo, che significa “respingere un nemico”. Fin dall’Antica Grecia, veniva utilizzato per proteggersi da spiriti maligni e malattie, utilizzo osservato anche in numerose altre culture di popoli posti geograficamente agli antipodi, dal Tibet all’Irlanda.
In tutte le culture indoeuropee, ma in particolare quella celtica, il Ginepro era considerato una pianta di confine, ma anche la dimora di fate, elfi, nani e giganti. Era, altresì, un portale per accedere all’altro mondo e un rifugio per le anime dei morti.
Infatti, sia Celti che Germani, usavano bere una birra preparata con piante come l’Asperula, con l’aggiunta di bacche di Ginepro, per favorire il viaggio nell’altro mondo e assicurarsi la protezione contro le forze negative.
Nell’Arco Alpino il Ginepro era legato a varie leggende e usanze, tutte più o meno collegate sia alla protezione che alla magia. Si invocava lo “spiritello del Ginepro”, benefico ma un po’ burlone, per far sì che i ladri riportassero il maltolto al legittimo proprietario.
Inoltre, il 1° maggio, si soleva fare delle fumigazioni col Ginepro nelle stalle per proteggere il bestiame da spiriti maligni e malattie, sempre dovute a presenze malvagie.
Oltre a difesa contro il maligno, il Ginepro è stato ampiamente usato anche come rimedio per diversi malesseri nella medicina popolare di tutto il mondo.
Vediamo insieme il Ginepro e la sua presenza storica nell’uso terapeutico.
Ginepro in erboristeria e nella medicina tradizionale
In erboristeria, le bacche di Ginepro si sono fatte largo per le loro proprietà di purificazione e protezione, azioni rivolte primariamente al sistema digestivo, ma anche all’apparato respiratorio e alla pelle.
Con il tempo l’assunzione di bacche di ginepro è diventata un’abitudine alimentare con lo scopo di favorire la digestione o contrastare l’alitosi e gli altri usi sono diventati meno importanti.
Nella prima metà del ‘700 riscosse notevole successo l’olio di bacche di Ginepro distillato, o olio essenziale di Ginepro, il quale veniva utilizzato come una vera e propria panacea di tutti i mali.
Il Ginepro, nella medicina popolare, può essere impiegato sia internamente che esternamente e le proprietà più importanti, effettivamente dimostrate, sono molteplici:
Nel primo caso, può essere impiegato nel trattamento delle infiammazioni delle vie urinarie, della gotta e nel miglioramento della digestione in senso lato. Nel secondo caso, invece, può essere un buon alleato contro i reumatismi con azione antinfiammatoria locale.
Controindicazioni
Come per tutte le piante, bisogna prestare attenzione all’assunzione dell’olio essenziale di Ginepro, evitando il sovradosaggio per non incorrere in sintomi da intossicazione, quali: dolore nella zona renale, spiccato aumento della diuresi, ematuria (sangue nelle urine), albuminuria (albumina nelle urine), tachicardia e ipertensione.
È bene evitare l’utilizzo del Ginepro in caso di insufficienza renale, glomerulonefriti e ipersensibilità accertata verso uno o più componenti della pianta.
Inoltre, l’utilizzo del Ginepro è controindicato anche in gravidanza (poiché è in grado di provocare le contrazioni uterine) e durante l’allattamento.
Ginepro nell’abitudine alimentare
Come citato in precedenza, nel tempo, il Ginepro si convertì sempre più ad abitudine alimentare, tanto da diventare l’ingrediente principe di uno degli alcolici più conosciuti al mondo ottenuto tramite la distillazione, ovvero il Gin.
Il Gin non è l’unica bevanda alcolica ottenuta dalle bacche di Ginepro, infatti esistono numerosi tipi di distillazione, come: acquavite di Ginepro, gineprato, borowitchka ecc…
È anche frequente l’utilizzo delle bacche per l’aromatizzazione di bevande come la kaddikowe piwo (bevanda polacca) e di salse e conserve come la wodnjika (salsa serba).
Altro utilizzo, non meno importante, delle bacche è l’impiego in cucina come spezie o aromi. Come le bacche di alloro, non sono vere e proprie erbe aromatiche. Hanno una consistenza dura e tendono a sbriciolarsi, ragion per cui, a differenza di salvia, prezzemolo, erba cipollina ecc., è consigliabile rimuoverle prima del servizio.
Si prestano moltissimo alla marinatura a crudo e/o al condimento in cottura di selvaggina e carni molto saporite, oppure, se siete vegetariani come noi (e non), si prestano benissimo come insaporitore per zuppe di legumi e verdure, verdure (in particolare la zucca) al forno, giardiniere sott’aceto, zucchine in agrodolce, cipolline sott’olio, cipolle ripiene, da utilizzare in mix per tisane e, dulcis in fundo, come ingrediente per preparare un ottimo Vin Brulé.
Puoi provare le nostre bacche di Ginepro, raccolte nel cuore dell’Appennino Tosco-Emiliano presso la nostra Azienda Agricola Ca’ dei Signori.
Tutte le bacche sono raccolte a mano e vengono essiccate e confezionate in pratici vasetti di vetro e sughero, per mantenere tutto il prezioso aroma intatto.
In conclusione
Insomma, il Ginepro si rivela un custode prezioso in molteplici sfaccettature della nostra vita.
Oltre alla sua intrinseca bellezza e al suo ruolo simbolico nell’ambito mistico, questa pianta offre anche un sostegno tangibile nella nostra quotidiana ricerca di benessere. Dalla cucina alla medicina tradizionale, questa straordinaria pianta continua a stupirci con la sua versatilità e la sua capacità di offrire conforto e sostegno.
E tu come hai pensato di integrare il Ginepro nella tua routine quotidiana?
Se non ci hai ancora pensato, sperimenta ed esplora il suo potenziale, siamo certi che non te ne pentirai!